diritto all’oblio e cittadinanza digitale

Il 13 maggio 2014 la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha emesso una sentenza che riguarda Google e i motori di ricerca. La sentenza ha definito che è nel diritto dei cittadini dell’unione europea chiedere ai motori di ricerca online l’eliminazione dalle loro pagine dei risultati di eventuali link che rimandino verso “contenuti non più rilevanti” che li riguardano. Google ha già messo a disposizione un modulo con il quale i cittadini europei possono chiedere di eliminare dai risultati delle ricerche quei link che desiderano non appaiano, ovvero possono chiedere di essere “dimenticati”. Degli incaricati di Google, valuteranno le richieste  cercando di “bilanciare i diritti sulla privacy della persona con il diritto di tutti di conoscere e distribuire le informazioni”. Nel caso, avviano la procedura di “rimozione” dei link.

Il Telegraph riferisce che Google nella sola giornata di venerdì 30 maggio abbia ricevuto 12.000 richieste. E’ assai probabile che questa sentenza cambi il Web, ma, sostiene Luciano Floridi, si profila un aumento del potere dei motori di ricerca: società private che possono decidere cosa “dimenticare” e cosa “ricordare” delle persone.

Un altro aspetto da considerare è l’eventualità, neanche troppo remota, che informazioni veritiere, importanti per la comunità, siano considerate offensive e perciò se ne chieda la rimozione.

patrimonio informativo pubblico

Uno dei temi della cittadinanza digitale è la quantità, il formato, la tipologia dei dati dell’amministrazione pubblica. L’Agenzia per l’agenda digitale ha pubblicato l’edizione 2014 delle Linee guida valorizzazione patrimonio informativo pubblico. Queste linee, in armonia con le prescrizioni del Codice dell’amministrazione digitale, indirizzano l’azione della pubblica amministrazione verso una adeguata gestione dei dati ai fini dell’attuazione dei principi e degli obiettivi delineati con l’Agenda nazionale.

Il documento viene condiviso con tutti gli interessati che potranno proporre integrazioni e modifiche nel periodo di consultazione pubblica, dal 5 al 20 giugno prossimi.

Nel frattempo, alcuni suggerimenti potranno essere oggetto di discussione in occasione del seminario sul tema della valorizzazione del patrimonio informativo pubblico che sarà tenuto dall’Agenzia per l’Italia Digitale giovedì 29 maggio (dalle ore 10:00) nell’ambito di ForumPA 2014.

Nota a margine

E’ interessante notare l’espressione “patrimonio informativo pubblico”. Non è solo una questione lingustica ma concettuale e riguarda la comprensione dei principi e dei temi della cittadinanza digitale.

Teaching in the Connected Learning Classroom ~ connected learning

See on Scoop.itmodemlab

edited by Antero Garcia

 

“This volume highlights compelling firsthand counter-narratives from educators engaged in solving an array of challenges in today’s classrooms. It draws together narratives from an inspiring group of educators within the National Writing Project—a collaborative network of instructors dedicated to enhancing student learning and effecting positive change—that contributes to our understanding of what “Digital Is” (DI). DI is a web community for practitioners with high levels of expertise and a deep commitment to engaging today’s youth by fostering connections between their in- and out-of-school digital literacy practices. Furthermore, DI is about sharing experiences that offer visibility into the complexity of the everyday classroom, as well as the intelligence that the teaching profession demands.”

 

See on dmlhub.net

Prometti di votare per i diritti digitali alle elezioni europee? #WePromiseEU

cittadinanza digitale

Prometti di votare alle elezioni Europee che si svolgeranno tra il 22 e il 25 Maggio 2014?

È questa la richiesta diwww.wepromise.eu.

Un diritto/dovere ma anche la preziosa occasione di promuovere un programma concreto per i diritti digitali nel Parlamento Europeo.

Come?

Semplicemente  promettendo di votare e, successivamente, attribuendo il voto a candidati che siano a favore dei diritti digitali.

View original post 128 altre parole

What I Learned Taking Four Years’ Worth of Classes, in 12 Months, Using MOOCs

See on Scoop.itmodemlab

I walked into the evening cocktail hour at the recent American Philosophical Association (APA) Eastern Division Meeting even more self-conscious than the job-hunting graduate students nervously prowling the halls. For they at least had Ph.D.s, while my philosophical training consisted of just one year of intense study—study conducted entirely online,…

See on www.slate.com