diritto all’oblio e cittadinanza digitale

Il 13 maggio 2014 la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha emesso una sentenza che riguarda Google e i motori di ricerca. La sentenza ha definito che è nel diritto dei cittadini dell’unione europea chiedere ai motori di ricerca online l’eliminazione dalle loro pagine dei risultati di eventuali link che rimandino verso “contenuti non più rilevanti” che li riguardano. Google ha già messo a disposizione un modulo con il quale i cittadini europei possono chiedere di eliminare dai risultati delle ricerche quei link che desiderano non appaiano, ovvero possono chiedere di essere “dimenticati”. Degli incaricati di Google, valuteranno le richieste  cercando di “bilanciare i diritti sulla privacy della persona con il diritto di tutti di conoscere e distribuire le informazioni”. Nel caso, avviano la procedura di “rimozione” dei link.

Il Telegraph riferisce che Google nella sola giornata di venerdì 30 maggio abbia ricevuto 12.000 richieste. E’ assai probabile che questa sentenza cambi il Web, ma, sostiene Luciano Floridi, si profila un aumento del potere dei motori di ricerca: società private che possono decidere cosa “dimenticare” e cosa “ricordare” delle persone.

Un altro aspetto da considerare è l’eventualità, neanche troppo remota, che informazioni veritiere, importanti per la comunità, siano considerate offensive e perciò se ne chieda la rimozione.